mercoledì 30 luglio 2014

Giovani in agricoltura: "Pensateci bene!"

L'agricoltura viene sempre dipinta come un settore che produce PIL per la nazione, in cui l'occupazione e le produzioni sono in aumento. Questo farebbe pensare che gli agricoltori sono una delle poche categorie che non stanno risentendo della crisi e che i giovani devono avvicinarsi a questo settore perchè è in crescita, invece l'agricoltura è una malata terminale che non sa più come curarsi!
Cosa c'è che non va?
Le cose che non vanno sono molte:
  • sono aumentati i prezzi di sementi, concimi, prodotti fitosanitari e gasolio;
  • sono aumentati i contributi, le assicurazioni e le tasse;
  • sono crollati i prezzi dei prodotti che si producono.
Infatti la cosa assurda di questo settore è che quello che si compra ha un prezzo stabilito dal venditore mentre per quello che si vende il prezzo viene stabilito dall'acquirente. Un po' come se si andasse dal panettiere e si potesse decidere il prezzo per un kilogrammo di pane.

Quali sono i rischi?
Il rischio più grosso è una mancata copertura dei costi di produzione e molte volte si deve scegliere se vendere sottocosto oppure non raccogliere, valutando quale delle due scelte porta ad una perdita economica inferiore (assurdo non trovate?).
Insomma è come se voi lavoraste un anno intero ed il vostro datore di lavoro alla fine dell'anno invece di pagarvi tutti gli stipendi che vi deve vi chiedesse dei soldi, cosa fareste?
Questo è quello che molte azienda stanno vivendo, gli agricoltori in piena stagione, lavorano mediamente 9-10 ore, feriali e festivi e tutto questo per non prendere 1 euro all'ora. Voi la fareste?

Vanno male sia le estensive che le frutticole?
Si! Le estensive tutti gli anni subiscono un calo dei prezzi, cereali e leguminose sono infatti quotate in borsa ed in funzione di vari fattori tali prezzi oscillano, dipende dalla stagione, dalle produzioni estere e probabilmente anche dalle speculazioni.
Anche i prezzi della frutta vengono decisi in borsa e poi i commercianti possono anche ribassare il prezzo, soprattutto se le annate precedenti sono andate male come è successo per il 2013. La commercializzazione della pera Abate è stata fortemente compromessa a causa del ritiro di un conservante che veniva utilizzato nelle celle per permettere la commercializzazione fino ad Aprile (per approfondire l'argomento vi consiglio questo articolo), questo sta provocando un crollo dei prezzi delle pere che porteranno a perdite economiche per gli agricoltori. Probabilmente quest'annata convincerà molti agricoltori (tra i quali la sottoscritta) ad estirpare parte dei frutteti, perché senza gratificazioni lavorative passa anche la passione per l'agricoltura.

E per il futuro?
Mi auguro che l'Italia riesca a salvare l'agricoltura, perchè mi rattristerebbe molto vedere tra qualche anno sui banchi dei supermercati le pere europee  invece dei quelle italiane. Abbiamo dei prodotti di qualità spero che qualcuno si decida a tutelarli.



4 commenti:

  1. come ti capisco....ho mandato via 3 commercianti oggi...ma alla fine mi toccherà svenderla anche quest'anno al più "fortunato"...
    sono un ragazzo con tanta terra ma prima o poi mi toccherà venderla....ci pagano la frutta anche meno di 20-30anni fa...
    e poi è aumentato tutto il resto..
    .in questo settore,come in altri, avranno la meglio solo i grossi del mercato...
    ci saranno pochi milionari e il resto tutti della "gleba".....

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    1. Vendere la frutta sta diventando complicato, molti commercianti stanno puntando sul conto-deposito, così oltre ai rischi della campagna gli agricoltori si devono far carico anche di quelli della conservazione. Assurdo!

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  2. è un brutto futuro....ma è così....io ne parlavo oggi con i famigliari per cavare tutto a a novembre...
    alla fine non si può lavorare anni e anni sperando che cambi qualcosa...
    noi speriamo comunque e la passione c'è ma non si campa proprio più....

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    1. Sono d'accordo con te, è difficile sperare ancora, mi piange il cuore ad estirpare, ma bisogna farlo!

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