domenica 10 giugno 2012

Terremoto a San Carlo: indietro non si torna!


Dopo quasi 3 settimana dal sisma del 20 maggio trovo le parole ed il coraggio per scrivere qualcosa su questo evento che ha cambiato per sempre la vita di moltissime persone.
Io abito a San Carlo, la frazione di Sant’Agostino diventata tristemente famosa per le case che sprofondano. Per due settimane non ho avuto il coraggio di andare in paese, non per paura, ma per il dispiacere che sapevo avrei provato nel vedere tutto transennato, tutto inagibile.
Zona Rossa in Via Risorgimento

La famosa pizzeria “La pace” che tutti in zona conoscono per le sue ottime pizze, si trova ora completamente inagibile, i vigili del fuoco stanno tentando di recuperare quello che si trova all’interno prima che sia troppo tardi. Penso a tutti mancherà quel posto, piccolo ma accogliente, che ha reso famoso il nostro piccolo paese.
La pizzeria dopo il terremoto

Nella zona rossa si trovano l’edicola, la macelleria, la scuola elementare, la banca e tantissime abitazioni che sono state fatte evacuare perché stanno “sprofondando”, si sono già abbassate di parecchi centimetri.
Vedere tutti i sacrifici di una vita spazzati via in pochi secondi, trovarsi dall’oggi al domani senza una casa o un lavoro, questa è la triste realtà che hanno dovuto affrontare centinaia di persone.
Piange il cuore a vedere tutto vuoto, il paese semideserto, le vie deserte con ai lati cumuli di sabbia!
Chi può però non si perde d’animo e riparte, il forno “La spiga” dopo pochi giorni dal sisma è riuscito a riaprire, perché nonostante tutto bisogna andare avanti, nonostante il calo evidente di clienti, chi possiede ancora un lavoro, cerca di tornare alla normalità. Non è facile, la presenza della zona rossa nel bel mezzo del paese, nuoce pesantemente alla viabilità del paese e con essa a quel po’ di attività che ancora è presente in zona!
Cosa ne sarà di questo paese e di tutti quegli edifici che si trovano nella zona rossa? Verranno abbattuti o come in Abruzzo la zona rossa rimarrà tale per sempre? Mi auguro che le cose non restino così come sono per molto tempo perché altrimenti quel po’ che è rimasto delle attività della zona non chiuderanno per inagibilità, ma per fallimento!

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