martedì 3 aprile 2012

Incremento di occupazione = rischio di fallimento, paradosso o realtà?


A volte mi piacerebbe che gli economisti cercassero di entrare nel merito delle realtà che descrivono prima di trarre delle conclusioni come quella di Gianfranco POLILLO, Sottosegretario al Ministero dell'Economia e delle Finanze, che nella puntata di “In Onda” dell’11 marzo scorso ha fatto un intervento discutibile.

L’incremento dell’occupazione non implica che il settore agricolo sia in crescita, anzi vorrei conoscere un solo agricoltore che può condividere una frase del genere.


Forse se gli economisti analizzassero la realtà e non soltanto i dati, saprebbero che nel 2011 vi è stato un aumento della produzione di frutta superiore del 15% rispetto all’anno precedente, provocando la necessità di un incremento delle assunzioni per poter raccogliere tali prodotti.
Secondo le teorie economiche vale l’equazione:
Aumento di occupazione = Aumento di prodotto venduto = Aumento di incasso.
Tale equazione non vale in Agricoltura, infatti a causa dell’incremento di produzione, il mercato si è saturato in fretta (anche a causa della grossa concorrenza estera), il listino prezzi di pere e pesche (prezzi fissati dal mercato e non dall’agricoltore…) è andato a picco impedendo di coprire i costi di produzione!!! Ci sono agricoltori che hanno venduto “senza prezzo”, ossia hanno raccolto e conferito il prodotto al commerciante o alla cooperativa senza sapere se sarebbero riusciti a pagare i costi della raccolta, figuriamoci gli altri. Ma quale altra scelta avevano?
Un Sottosegretario mi viene a dire che il settore non è in crisi anzi è un’eccellenza nazionale… Ma per favore!!
Una piccola azienda non può sopravvivere molto se ogni anno è in perdita ! E poi si parla di abbandono delle campagne? Ma con quale coraggio un giovane può pensare di portare avanti un’attività del genere se la situazione è questa?
Il prezzo dei concimi, prodotti fitosanitari e combustibili lo decide il fornitore, il prezzo della manodopera lo decide il sindacato, le tasse e le imposte varie le decide lo Stato, il prezzo della frutta che vende lo decide il mercato e l’agricoltore cosa può decidere? Egli può solo decidere se rischiare di tentare la sorte o no, perché sono troppe le cose che non può controllare che possono compromettere la sua attività!
Ammiro molto quegli agricoltori che continuano a svolgere il loro lavoro con passione ed onestà, pur essendo la situazione così critica e gli auguro che le cose possano migliorare anche se per adesso i presupposti non sono dei migliori.






3 commenti:

  1. Grande inizio Giada!
    Spero che questo articolo lo leggano in tanti, perché credo che molti non siano a conoscenza della situazione (tragica).

    RispondiElimina
  2. Credo che ogni agricoltore condivida questo post... accidenti Giada, è grave. E' grave tanto più ricordandoci che l'agricoltura in Italia è una delle colonne portanti della nostra economia. Se crolla questa... l'economia andrà a rotoli, ma soprattutto tutto il settore alimentare "made in italy" scomparirà presto (già siamo invasi da prodotti esteri, anche insospettabili come il latte). Ma che razza di mondo è?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Un mondo in cui la globalizzazione ha vinto, in cui non si guarda più alla qualità del prodotto ma a quanto costa. Temo che il Mady in Italy durerà ancora poco ... pensa solo all'abbigliamento? Quanto è difficile trovare un maglione Made in Italy oggi? Il problema è che quelle aziende sono riuscite a delocalizzare la produzione all'estero rimanendo aperte, l'agricoltore invece non può mica spostare il campo in Cina!!

      Elimina